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Chef rubio: rugbysta, cuoco, blogger e star della TV. Il segreto del suo successo? La curiosità

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“Pronto Gabriele?”
“Sì sò io”

Uno scambio con qualsiasi persona sia nata a Roma o provincia è stata per noi l’inizio di una delle interviste più piacevoli mai fatte, quelle allo chef onnivoro più famoso della TV: Chef Rubio. Già perché Chef Rubio si potrebbe senza dubbio definire un cuoco atipico.

Siamo continuamente attorniati da cuochi stellati che esaltano i propri prodotti a livelli maniachiali, portando ricercatezza assoluta a tavola (sia chiaro mi piacciono e ci vado spesso a mangiare) che stiamo perdendo la bellezza delle nostre tradizioni. Ok rinnovare e reinventare ma la cucina di una volta? Grazie ad Unti e Bisunti (in onda su Dmax) Chef Rubio è riuscito a portare la sua cucina “mobile” in ogni anfratto d’Italia, mostrandoci parte della nostra cultura più bella: quella gastronomica.

Rubio

Questo viaggio del sapore abbiamo voluto farcelo raccontare da lui direttamente, in una intervista che è andata pressapoco così:

Sei arrivato in cucina abbastanza tardi, come è nato questo amore?

“Questo è un amore che c’è sempre stato. Anche quando giocavo a rugby mi piaceva cucinare per i miei amici, per festeggiare alcuni terzi tempi, ma non avevo quella sicurezza ai fornelli che ho acquisito solo dopo, con lo studio.”

Quanto ha influenzato la tua carriera da sportivo il tuo stare in cucina?

“Parecchio. Quando sei abituato a prendere botte su botte, stare tutto il giorno in piedi in cucina ti sembra una sciocchezza. Sia chiaro, io sono convinto che il nostro lavoro non è nemmeno paragonabile a chi sta in miniera, ma può stancare alla lunga. Gli anni che ho passato ad allenarmi duramente, fanno sì che ad oggi questa stanchezza non la senta per niente. Sento di più le botte che con l’età iniziano a farsi sentire.”

Quanti anni hai a proposito?

“30.”

Quando hai iniziato a muovere quindi i tuoi ‘veri’ primi passi nella cucina?

“In Nuova Zelanda, mentre giocavo da professionista, non riuscivo a mantenermi solo con quello stipendio e ho iniziato a fare altro, arrangiandomi a fare tutto in un ristorante locale. Quando sono tornato in Italia, insieme a nuove esperienze nel rugby, ho iniziato ad approfondire la mia passione per la cucina in modo più serio e mi son diplomato alla scuola di Alma (Gualtiero Marchesi) nel 2010. Da lì ho iniziato a cucinare qua e là, scegliendo la vita da freelance per non mettere lacci alla mia libertà.”

E come hai fatto a passare da rugbysta, a ‘cuoco televisivo’, se così si può dire?

“Avevo un blog in cui raccontavo i miei viaggi, il mio stile di vita nel prendere tutto quello che potevo imparare dalla cucina dei posti che visitavo. Qualcuno poi l’ha notato e da lì è nato Unti e Bisunti…”

Quindi hai sempre mangiato di tutto?

“Non esattamente. La prima volta che ho mangiato il pane con la milza è stato durante il mio viaggio per l’Italia. Ho scoperto piatti che mai avrei immaginato di provare. Per questo non riesco ad essere affezionato in fondo a nessun piatto: ognuno ha la sua storia.”

Grazie per la disponibilità Chef. Un’ultima domanda, ci sveli il tuo segreto per non ingrassare dopo tutto quello che mangi ad ogni puntata?

“Mica mangio solo quinto quarto! Mi piacciono molto le verdure, bevo molta acqua che fa sempre molto bene e poi, appena posso, mi metto un po’ di musica nelle orecchie e vado a correre al mattino presto, magari prima delle riprese. Se riesco faccio anche un po’ di addominali e flessioni che non fanno mai male. Purtroppo la palesta non la vedo da tempo.”


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